Tregua

Tarda a passare l’impeto dell’aria
chiara di viti e ulivi.
Non scrivo più.
Sto sulla pietraia, alta
tiepida di sole
e mi lascio saccheggiare dai pensieri
come una vigna dai passeri
( ho votato per i verdi
quindi non metto lingua, ci mancherebbe altro).
Dovizioso, per fortuna
mi riaccende un fuoco che non si vede
che brucia soltanto col suo canto
e non consuma: è l’ignis ardens
che rifonde alla natura
il rigoglio rubacchiato dalla mente.
Resto nel sole ad annusare il vento
come un cane pastore
che nel cuore ha una corda tesa
e negli occhi i placidi modi dell’attesa

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