Viaggi e crociere

Vuoi mettere il fascino dei banditi sardi.
Belli ( oddio ), maschi, abbronzati, denti bianchissimi,
odorosi di macchia: una forza!
Ruspanti e misteriosi come pochi
sono lì-scoscesi-lividi e accesi al contempo
fermi contro il cielo sardonico delle locandine turistiche
a sfrugugliare nel subconscio delle casalinghe di mezz’italia
come un miele maledetto, i ribaldi!
-Oltre quelle montagne ci sono i nuraghe e i banditi!
Non vi ci avventurate! VI FANNO LA FESTA!!!…
Che ATOUT color fiamma per la signora Celeste Di Bona Dal Manzo
che l’anno scorso c’è andata in Costa Smeralda!
Che schianto! Al solo pensarci si sentiva già tutta inondata
e fremendo fremendo arrivava a sentirsi
così tanto Di Bona e così poco Dal Manzo!
(Un tenebroso nuraghe con bandito incorporato
non si trova due volte, e poi che caspita a Gallarate tutto l’anno
si procede a pippo baudo polenta pallone
e solo il venerdì quella cosa benedetta
perché il sabato in banca non si lavora!)
Ah, al solo pensarci che pena imbandita financo costì
nel ciel di Sardegna!
Che strazio ragazzi, che noia, che pizza
e allora perbacco,all’attacco!

“Celeste Celeste
insana polledra maritata Dal Manzo
dove andasti, che facesti scellerata?
Dillo tosto benedetta
cosa hai fatto in tutta fretta?”

(Ma fu solo toccata dall’ombra
di un nuraghe in penombra
e tornò a casa più casalinga di prima
più Celeste di prima
aggiogata Dal Manzo
fidanzata con l’ombra)

Segreteria telefonica

SALVE  !
Sono momentanea
mente assente
ma metapresente
con questo marchingegno
che mi sostituisce egregiamente!
Quindi non riabbassate,
loquite,loquite pure senza inter
perché, pur se latitante
sono qui, a vostra disposizione
non sono mica giuseppe conte che parte per la tangente
sono perfettamente presente nelle parole registrate
ben al di qua di qualunque gigionesco aldilà!
E onore al vero ullalà! Il mio
non è disimpegno cosa credete
ma solerte alterità via etere
che mi permette di comunicare
pur non avendo nessuna voglia di starvi a sentire!
Parlate dunque dopo il segnale acustico
e rilassatevi, non vi emozionate,
non vi impappinate, non impastate la voce;
ricordate piuttosto che le vostre parole
sono sempre controllate dall’iterazione
delle due componenti contrapposte
-simpatica e parasimpatica-
del sistema nervoso centrale!
La simpatica presiede a quelle reazioni
che comportano mobilizzazioni di energia,
la parasimpatica presiede alle funzioni di recupero.
Un’attivazione della simpatica
determina piloerezione, dilatazione delle pupille,
azzeramento-totale o parziale-della salivazione,
aumento della pressione arteriosa e del tono vascolare,
per non parlare delle risposte endocrine
di tipo surrenale e metabolico: tic nervosi,
strabuzzamenti, singhiozzo e via dicendo!
Quindi considerate l’eventualità che alla simpatica
non gli stia simpatica la parasimpatica,
visto che vanno a simpatie e antipatie.
Ma state calmi che tutto andrà bene.
Tutto qui.
Ora parlate pure.

Bip  !

La posta in gioco

Ah la posta
la posta è alta
la posta ce la giochiamo tutti
almeno una volta nella vita,
per tutti arriva prima o poi
di forno o di credenza
o di trepido fuoco
un mezzogiorno che incendia la vita,
ma il rien ne va plus
in ogni caso
non risolve mai la partita
ma rinvia ogni volta
all’attesa un poco paranoica
di una prossima volta,
a un chissà come e quando
tormentato e tormentoso
nel suo orizzonte problematico e ansioso
da spleen democristiano senza capo né coda…
Poiché è lei infatti, l’inveterata
che continua a farci la posta
lei, sempre lei, la posta
perché in fondo non vi si rinuncia mai
perché possiamo sempre rifarci
e rigiocarcela con lo stesso fervore
di speranza che la mantiene in vita
magari per rimetterci ancora
e ancora rilanciarla
e ancora consumarci
in attesa che lei bontà sua

Ma la posta non arriva mai.
E presto sarà affidata ai privati

I nomi del fuoco

Quando
scombussolato da un volo dolcissimo di api
sono incinto di un verso
imBiagito
tra una resulta d’ossa
e un colore che mette le ali,
io penso ad andreotti

Quando
sceverando isotopi radioattivi
giungo a un segnale forte
pienotto vitaminico
rassicurante e tonico
io penso a de michelis,
ma tampono andreotti

Quando nell’Oulipo di zanzotto
si accende la lampadina
e le parole si colpiscono a vicenda
sbranandosi con educato mestiere,
pur nella sintomaticità di una scheggia
io oppongo quattro versi in italiano
e due giaculatorie in stretto trevigiano.
E riecco andreotti

Quando
per titoli esemplari
(templari del dissenso)
ripenso a questa vita bella e disperata
di eterni raccomandati,
strapenso ad andreotti

e quando poi alla fine
finisco di pensare
e una sottile incandescenza
parla dentro di me
agonista e deuter
della mia stessa scrittura,
chiedo all’ispirazione
di dirmi le parole
i Nomi della vita che lei conosce bene
per virtù gnoseologica, anche quelli
che scottano, che sono reticenti
che sono i più gelosi
perché più Cosa Nostra non si può

e penso che andreotti
li ha tutti nell’agenda

Diamoci appunta-mento (sardinia forever)

Diamoci appuntamento sulle labbra
Bastianedda dagli immani cataclismi salivari
folgore delle mie gengive e della mia dentiera
made in Orgosolo sì (tu, non la dentiera)
ma così bianca e eterea
da dare punti e orgasmi di sconforto
a schiere di mannenquin del gran Cardin
mia cavalletta!
Diamoci appuntamento sul tuo cuore selvaggio al cortisone
mia tartaruga saggia
mia Ferrari col Senna nel motore
meglio ancora se in quel punto d’incontro
contraddittorio/assurdo (punto di non ritorno)
delle tue scoordinate spazio/tempo/amore a scapicollo
viste e considerate le gomitate e le sinergie di troppo
che opponi alle mie mani immense che ti cercano!
Diamoci ‘sto appuntamento
ma diamocelo santiddio unabuonavolta
dove ti pare a te
magari in quel pineto scalcinato che tanto ti appassiona e ti spaventa
là dove la pioggia acida sfrigola sulle foglie
veleno e favola, con gran travaglio del Vate
che fumigando s’inargenta in sibemolle…
E se il tuo mento porrai, come tuo solito
come vitigno sul mio omero ossuto perforandolo
sommando pena a pena in un momento topico
di cosmico spavento, sarà ancora per dirmi :
-Resta, restiamo
ma andiamo via lontano, col mio vento.
Prendimi
come un reame d’ansiolitico,
per abiogenesi mediata da zanzotto,
per sortilegio d’Orazio Converso,
per somma fotosintesi che da clorofilliana
s’inveri in stroboscopica, ruotante all’incontrario
per nascere di nuovo come l’ha fatta mammà
come desideri tu, fatta di sole d’aria e di tiramisù
ebbra smagata immensa dentro al cuore
laggiù dove il silenzio è più forte
e l’urlo del nuraghe uccide questa morte

Assoluzione anni ’50

Ego te absolvo
ineffabile pervicace observer Poldo
per quei tuoi zoom sulle gambe delle mamme
rapaci in technicolor al Pincio dell’estate
e per quelle fantasie sfrenate di farfalla
degne di un San Tommaso puntuale e solerte.
Non te ne voglio caro, sta tranquillo, non te ne voglio.
E poi le gambe sono fatte per essere guardate,
ci mancherebbe altro voltarsi dall’altra parte
snobbando il talento che le ha fatte!
Piuttosto c’è da dire che fan parte di un contesto
che sempre si segnala per certe note occulte
d’incerto pentagramma
dal fascino sottile e affatto secondario:
tienle presenti; non le sottovalutare;
producon gran dissesti, provvidenziali frane
e crolli di palinsesti; poi ti mandano in bambola.
Vedi di rintracciarle allora;
di non vederle in brossura soltanto, senza leggerle!
Saresti un superficiale!